Non gli dirò altro, se non che di tutto cuore preghiamo il Signore che la consoli e sia sempre seco. E con vivo affet[to] la salutiamo.
Di S. M.o, li 10 di Mag.o 1623.
Di V. S. molto Ill.reAff.ma Fig.la
Suor M.a Celeste.
Fuori: Al molto Ill.re Sig.r Padre
Il Sig.r Galileo Galilei.
Firenze.
1559.
GIOVANNI CIAMPOLI a GALILEO in Firenze.
Roma, 27 maggio 1623.
Bibl. Naz. Fir. Mss. Gal., P. I, T. VIII, car. 183. - Autografa.
Molto Ill.re et Ecc.mo S.r mio Oss.o
Mando a V. S. i due primi fogli del Saggiatore, acciò ella possa chiarir quelli che, per ostinatione di malignità o per timor di gelosia, non voglion credere che se ne impetri la licentia.
Altra volta risponderò a gl'altri particolari della sua lettera.
Questa sera, in una lunghissima udienza di N. S.re, ho speso forse più di mezz'hora in rappresentare a S. B.ne le eminenti qualità di V. S. Il tutto è stato sentito volontierissimo. Se in quei tempi ella havesse hauto qua gli amici che ci sono adesso, non occorrerebbe forse di cercar l'inventioni per campare dall'obblivione, almeno come filosofiche poesie, quelli ammirandi pensieri con i quali ella porgeva tanti lumi a questa età.
V. S. si ricordi di non haver servitore più partiale di me e che più reverisca le maraviglie del suo ingegno. Prego Dio che la prosperi con ogni più desiderata consolatione.
Di Roma, il dì 27 di Maggio 1623.
Di V. S. molto Ill.reS.r Galileo Galilei. Fir.
Dev.o et Obl. Se.reG. Ciampoli.
1560*.
FEDERICO CESI a GALILEO [in Firenze].
Acquasparta, 29 maggio 1623.
Bibl. Naz. Fir.
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