Io sto hora tutto in premer nelle stampe et altri negotii lincei, et a V. S. mi ricordo servitore di core.
Aff.mo per ser.la sempreF. Cesi Linc.o P.
1580*.
GALILEO a [FRANCESCO BARBERINI in Roma].
Firenze, 9 ottobre 1623.
Bibl. Barberiniana in Roma. Cod. LXXIV, 25, car. 14. - Autografa.
Ill.mo e Rev.mo Sig.re e Pad.n Col.mo
Il giubilo che sentii nella nuova dell'esaltazione di Nostro Signore ascese repentinamente a quel segno oltre il quale è impossibile il trascendere, essendo incapace di accrescimento, perchè immediatamente scorsi nella Beatitudine di S. S.tà lo splendore e la felicità di tutta la sua Casa, et in particolare vidi con infinito diletto V. S. Ill.ma e Rever.ma risplendere nella porpora: onde non posso darle segno di nuova allegrezza, presa nella sua promozzione al Cardinalato, ma solo significarle la continuazzione della già cominciata. Sentone bene una seconda nell'intendere dall'Ill.mo et Ecc.mo S. Prin. Cesi il cortesissimo affetto col quale V. S. Ill.ma e Rev.ma si è degnata di onorare et illustrare il nostro consesso Linceo, col restar servita d'essere ascritta nel numero de gl'Academici; onde possiamo sperare che, mossi dall'esempio di personaggio così eminente, altri soggetti di nome illustre sieno per ambire l'istessa ascrizzione. So che tutti i Sig.ri compagni restano sommamente obbligati a V. S. Ill.ma e Rev.ma per lo splendore che dal suo lume ricevono, ma io sopra tutti gl'altri, come quello il cui nome restava più di tutti gl'altri oscuro. Confesso dunque l'obligo mio infinito, e per esso infinite grazie rendo a V. S. Ill.ma e Rev.ma, mentre devotamente l'inchino e reverentemente gli bacio la veste, augurandole perpetua felicità.
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