Tre giorni sono baciai i piedi a N. S., e giuro a V. S. che di niente lo veddi tanto rallegrare che quando li nominai lei; e doppo haver parlato un poco di lei, e dettoli io che V. S. haveva gran desiderio, come la sanità glie lo permetteva, d'essere a' suoi santissimi piedi, mi rispose che n'haverebbe hauto gran contento, pur che fussi senza suo incommodo e senza pregiudizio della sua sanità, perchè i grand'homini come lei si doveva operare in tutte le maniere che vivessero più che si poteva.
Ho parlato più volte di lei con il Sig.r D. Virginio, il quale non occorre ch'io le dica quanto sia suo: mi stimolò, avanti ch'io li dicessi niente, di parlare di V. S. al Papa, e l'aspetta qua con suo commodo, prontissimo per servirla per quanto potrà in ogni cosa. Il Sig.r Pr. Cesis le bacia le mani, e si trattiene in Roma solamente per la spedizione del Saggiatore, il quale non ha altro indugio che una dedicatoria, che la deve fare il Sig.r D. Virginio(284), che per le molte occupazioni in questo suo carico non ha ancora potuto attenderci bene, e ne fa scusa con promessa di presta spedizione.
Tutti i servitori di V. S. la desiderano qua, e pregono Dio che possa esser presto con ottima sua salute; et io non la posso se non consigliare, perchè so che c'havera gran contenti, e che toccherà con mano che questo ha da essere il papato de' virtuosi, e goderà di molti pensieri gloriosi che ha questo bon Signore, il quale piaccia a Dio di conservare lungamente.
Io per ultimo me le ricordo servitore obligatissimo, e desideroso d'havere occasione di servirla per sodisfare in qualche parte a quanto le devo; e con ogni maggiore affetto che posso le bacio le mani e prego ogni contento.
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