Ma perchè temo di non venirgli a fastidio, finisco di scrivere, senza finir mai di raccomandarmeli in gratia. E gli ricordo che ci è debitore di una visita, che ci ha promesso è molto tempo. Suor Arcangela e l'altre di camera la salutano infinite volte.
Di S. M.o li 29 d'8bre.
Di V. S. molt'Ill.reAff.ma Fig.la
Suor M.a Celeste G.
Fuori: Al molto Ill.re et Amatiss.mo S.r Padre
Il Sig.r Galileo Galilei.
In villa.
1592.
GALILEO a [FEDERICO CESI in Roma].
Firenze, 30 ottobre 1623.
Bibl. della R. Accademia dei Lincei in Roma. Mss. n.° 12 (già cod. Boncompagni 580), car. 145. - Autografa.
Ill.mo et Ecc.mo Sig.re e Pad.n Col.mo
Ho inteso il cortesissimo e prudentissimo consiglio di V. E. circa 'l tempo e 'l modo della mia andata a Roma, conforme al quale mi governerò, e sarò ad Acquasparta da lei per esser compitamente instrutto dello stato delle cose di Roma.
Il Saggiatore finito è aspettato qui da molti ansiosamente; ma dubito che la gran dilazione di tempo, causata prima da me e poi dalla stampa, non habbia a detrarre assai dal concetto che forse molti si havevano formato.
Io non posso entrare a discorrer con V. E. sopra varii particolari, perchè tutti ricercherebbono lunga scrittura; onde io stimo assai meglio riserbargli a bocca. In tanto, rendendo grazie a V. E. delle fatiche fatte per l'espedizione dell'opera (la qual credo che senza la sua sollecitudine sarebbe ancora andata assai in lunga), me gli ricordo più che mai obbligato e devotissimo servitore, con baciargli reverentemente la mano e con pregargli da Dio il colmo di felicità.
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