Mi dispiace poi che il P. Caccini(316) pregiudichi tanto a' Principi e al S.to Officio stesso, se però è vero che vadia dicendo che, se non fusse lo scudo di diversi Principi, V. S. sarebbe stata messa all'Inquisizione, quasi che i Principi impedischino il S.to Officio e protegghino persone di mal affare, e insieme il S.to Officio porti rispetti a' Principi nel procedere contro l'impietà; e mi pare che il Padre Caccini meriti d'esser messo all'Inquisizione, perchè non fa il debito suo per rispetti de' Principi. Io poi sto bene al solito, e penso di essere in Firenze per Natale; con che li bacio le mani.
Di Pisa, il 6 di Xmbre 1623.
Di V. S. molto Ill.re
Il Camarlingo di Dogana desidera che quando V. S. si fa fare il mandato del suo semestre faccia fare diviso il credito che lui haverà con V. S. dal restante(317), perchè torna meglio ai suoi conti e libri. Però, quando sarà il tempo, se lei si contenta, farò che resti sodisfatto, già che non importa.
Oblig.mo Ser.re e Dis.loDon Bened.o Castelli.
Fuori: Al molto Ill.re et Ecc.mo Sig.r e P.ron Col.moIl Sig.r Galileo Galilei, p.o Filosofo di S. A. S.
Firenze, a Bellosguardo.
1605*.
GIOVANNI FABER a FEDERICO CESI in Acquasparta.
Roma, 9 dicembre 1623 (?).
Bibl. della R. Accademia dei Lincei in Roma. Mss. n.° 12 (già cod. Boncompagni 580), car. 223t.- 225r. - Autografa.
... Ho trovato anche questa mattina nell'anticamera del Sig. Card.le Barberino il Sig. Marchese Matthei, il quale hebbe gran gusto quando gli dissi che il Sig. Galilei era presto per venire a Roma; ma, per quanto ho inteso dal Sig.
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