Il S.r Licetti poi, mosso da non so che, e forse per la difesa d'Aristotele, si pose a studiar queste materie, e ne fece un grosso libro(344), nel quale refutò quelle conclusioni ch'io sostenni. A preghiere d'amici sono stato costretto a stampar dette lettioni, con alcune risposte et ampliationi. Ne mando uno de' detti miei libri(345) a V. S., acciò qualche volta, ritrovandosi sfacendata, se degni leggerlo; e perchè ci sono occorsi alcuni errori di stampa, come è solito, l'ho corretti in margine, acciò V. S. non habbia nessuno impaccio nella lettura.
Saperà V. S. come per alcuni disgusti passati tra me e li SS.ri Riformatori ho lasciato la lettura; e si bene detti Signori procurino darmi ogni sodisfattione, anzi maggior provisione, acciò io la repigli de nuovo, non ne tengo troppo pensiero. Presto sono per andare in Napoli, per accomodar alcuni affari de mio nepote. Non so quel che sarà. Le bacio le mani.
Di Venetia, 13 Aprile 1624.
Di V. S. molto Ill.reAff.mo Ser.re
Gio. Camillo Gloriosi.
Fuori: Al molto Ill.re Sig.r mio Oss.moIl S.r Galileo Galilei.
Fiorenza.
1625**.
GIOVANNI FABER a FEDERICO CESI in Acquasparta.
Roma, 13 aprile 1624.
Bibl. della R. Accademia dei Lincei in Roma. Mss. n.° 12 (già cod. Boncompagni 580), car. 234. - Autografa.
Ill.mo et Ecc.mo Princeps Sig.r Colendiss.mo
Venit summa dies et ineluctabile tempus. Habbiamo perso qui in terra il nostro Sig. Don Virginio(346), che speriamo che in Cielo sarà nostro intercessore, atteso che è morto benissimo, come mi hanno riferto certi frati di S. Domenico, essendosi confessato et commonicato pochi giorni avanti.
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