Intanto favoriscami V. S. Ill.ma di baciare umilmente le vesti a loro AA. Ser.me in mio nome, e in sè stessa mantenga viva la memoria della mia vera e devotissima servitù: et il Signore la colmi di felicità.
Di Roma, li 27 di Aprile 1624.
Di V. S. Ill.maDev.mo et Oblig.mo Ser.re
Galileo Galilei.
1629.
NICCOLÒ AGGIUNTI a [GALILEO in Roma].
Firenze, 29 aprile 1624.
Bibl. Naz. Fir. Mss. Gal., P. I, T. VIII, car. 222-223. - Autografa.
Molto Ill. et Ecc.mo Sig.r et P.ron mio Col.mo
Il Sig.r Benedetto Landucci, suo cognato, m'ha, per sua gratia, participato tutto quel che del viaggio di V. S. in due ben lunghe lettere l'haveva ragguagliato il Sig.r Francesco Ambrogetti. Ogni cosa mi è stato d'indicibil contento, eccettuatone però quelle doglie, la cui importunità, insolenza et ostinatione V. S. mi creda pure che io ho più d'una volta maledetta et abiurata. Ma più d'ogni mio scongiuro harà giovato a V. S. il sommo diletto nel veder la caduta delle Marmora(357), la quale senz'altro o gli harà levato, o gli harà almeno ingannato, ogni sentimento di dolore. Non potre' mai dirgli, Sig.r Galileo, quanto io sia acceso di voglia di vedere uno spettacolo sì ammirando, e molto più di sentirlo raccontare e descrivere da V. S. con le osservazzioni et dottrine appresso che ella ci harà notate; ma quando io penso che io la rivedrò Dio sa quando, mi sento il petto sparar di duolo. L'infinita sua cortesia, con la quale ella tanto humanamente mi aperse l'adito a sì domestica conversatione, quanto, mentr'ell'era presente, mi confortava e colmava d'allegrezza, tanto nella sua lontananza mi contrista e mi flagella.
| |
Roma Oblig Galilei Roma Benedetto Landucci Francesco Ambrogetti Marmora Dio
|