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      V. S. o mi condanni o mi rimetta: mi assicuro che sentenza del tribunal della sua gratia non uscirà in pregiuditio della mia antica servitù. Questo è ben certo, che il S.r Cav.r Giovan Santini tiene ordine da me, tuttavolta che venga alla Corte, non mancar di questo tributo di farle reverenza a mio nome.
      Io venni al principio dell'inverno passato in Roma, ove per alcuni negotii solo mi trattenni quindici giorni, et al ritorno dissegnava tener la via di Firenze; ma li tempi così corrotti che regnarono, mi constrinsero a non divertire, et ancor il dubio che V. S. non ci fosse aiutò il distogliermi. Mi fu in Roma detto, credo dal P. Grassi, era uscito alle stampe il Saggiatore della Libra Astronomica, opera di V. S., essortandomi a vederlo, il che per quell'angustia di tempo e negotii non mi fu permesso. Qua poi non ho mancato di leggerlo, e con mia grandissima sodisfattione, come sempre feci dell'opere di V. S.; e perchè alla perfetta intelligenza vi bisogna di fresco memoria del Discorso del S.r Mario Guiducci, ho dato ordine ne sia procurato due essemplari, perchè non mancano amici di V. S., ancor a lei non cogniti, che, invitati e convinti dalla sua dottrina, s'inoltrano in simil materie con grandissimo gusto. Fra questi il S.r Bartolomeo Imperiali, gentilhuomo di rarissime qualità, discorrendo talvolta con me, ha desiderato di scoprirsele amico; e dicendosi che V. S. ha tutta via avanzato nel perfettionare il cannocchiale, havria grandissima volontà di tenerne uno di quei piccioli, che multiplicano e fanno tali apparenze nelle cose minime, che maggiormente si mostra meraviglioso.


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Le opere di Galileo Galilei
Volume XIII. Carteggio 1620-1628
di Galileo Galilei
Barbera Firenze
1964-1965 pagine 592

   





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