Continuiamo senza nove di considerazione, onde non havendo che dirle, finisco con farle reverenza da parte di tutti i Signori suoi cari, e Monsignore(403) particolarmente se le ricorda servitore, sicome le vivo io, e le prego ogni felicità.
Di Roma, li 20 Luglio 1624.
Di V. S. molto Ill.re
Mi ricordi servitore al Padre D. Benedetto se è in Firenze.
S.r Gal.o Galilei.
Obb.m Ser.eTommaso Rinuccini.
Fuori: Al molto Ill.re Sig.re e P.rone Oss.moIl Sig.r Galileo Galilei.
Firenze.
1653.
ASCANIO PICCOLOMINI ARAGONA a [GALILEO In Firenze].
Roma, 27 luglio 1624.
Bibl. Naz. Fir. Mss. Gal., P. I, T. VIII, car. 231. - Autografa.
Molt'Ill.e Sig.r mio P.ron Oss.mo
Dal Sig.r Tommaso Rinuccini ho inteso che il Padre D. Benedetto(404) è giunto a Roma con ottima salute, onde sto con estremo desiderio di vederlo per concertarmi seco della maniera con che io possa in quest'occasione ricordar al Sig.r Cardinale(405) l'interesse del Sig.r Vincenzo suo figliolo, già che per il debito ch'ho di servirla ambisco di veder effettuata la benignità di N. S. nella maniera ch'a lei promise(406). Ver è ch'il non poter soggerir l'occasioni di punto in punto è cosa d'infinito progiudizio, mentre tanto soprabbondano i pretensori: e la mi creda che le cose van più strette di quel ch'altri creda; ch'a lei sia scusa delle lunghezze. Io non mancherò mai con quel poco ch'io posso, ma mi dispiace che ell'habbi scelto procurator di troppa poca habilità e potere. Se la buona voluntà puol bastare, la sia sicura che la non ne rimarrà mai defraudata, onde a ragione puol stimar propri i mia avanzamenti; conforme a che la ringrazio del cortese offizio che passa meco per i benefizi che l'Ill.mo Padrone mi conferì, ne' quali ammiro la benignità con che è prevenuta ogni domanda.
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