Insomma mai è entrato ne' fatti passati, nè ho potuto penetrare se voglia o non voglia rispondere. Gli renderò la visita, e occorrendomi cosa di nuovo da darne avviso a V. S., lo farò.
Intanto mi rallegro avere inteso il suo bene stare, e che lavori intorno a' suoi studi. Credo che abbia ricevuto l'opere dell'Ingoli(422), già che mi viene detto che V. S. ha finito la risposta. V. S., quando se n'è servita, la rimandi a Bologna al S.r Cesare Marsili, che n'è padrone, che così mi commesse, se non passava egli medesimo nel suo ritorno per Firenze. Fo riverenza a V. S. e agli amici, e per fine le prego dal Signore Dio sanità e vita e ogni bene.
Di Roma, a' 6 di Sett.re 1624.
Di V. S. molto Ill.reAff.mo Ser.re
Mario Guiducci.
1662*.
ANTONIO SANTINI a GALILEO in Firenze.
Genova, 6 settembre 1624.
Bibl. Est. in Modena. Raccolta Campori. Autografi, B.a LXXXVIII, n.° 158. - Autografa.
Molt'Ill.re et Ecc.mo S.r Col.mo
Sino la settimana passata ricevei la gratissima di V. S. de' 26 d'Agosto. Viddi l'occhialino del Sig. Imperiali, e quanto per l'uso di esso lei ci ha avvertito(423). Le scrive l'occhiusa(424), et io resto obligatissimo al favore che V. S. ha fatto a l'uno e l'altro. Mi ha voluto consignare un anello, con diamanti nove, assai leggiadro, per mandare a V. S., il quale lo tengo appresso di me per inviarlo con la prima sicura comodità che mi si porga, et il farne rifiuto parendomi mala creanza, trattandosi che le cose pregiate non si compensano che con gioie. Non so se gli ne scrive alcun motto; forsi che non; tuttavia io resto depositario di V. S., aspettando mi dica come farneli capitare.
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