Io inclino al sì, perchè è bene che sia veduta da persone che l'intendano. Fui l'altro giorno con Mons.r Ciampoli, al quale dissi di detta scrittura, e che bisognava che aiutasse a farla vedere dove più gli fusse paruto opportuno, e dove l'Ingoli aveva più credito; e mi rispose che l'avrebbe fatto. Mi disse di più che voleva scrivere a V. S., e in caso che per le sue molte occupazioni non avesse potuto, pregò me a farlo: che ella gli scrivesse una lettera da poterla legger tutta a S. S.tà, nella quale gli desse conto de' suoi studi e sanità; e poi in fine ricordasse a detto Mons.r Ciampoli la pensione chiesta da lei per il S.r Vincenzo suo figliuolo(430), della quale Monsignore si prese assunto d'esser suo proccuratore appresso N. Signore. Mi dice d'averla ricordata, ma non volere parere tutto dì importuno; ma quando avrà occasione, come questa, non mancherà di servirla.
Per conto del P. Mostro, io per questa settimana non ho che dire a V. S., non l'avendo veduto. Come io lo veggo, chè l'ho da vedere e parlargli per un altro negozio, lo saluterò in suo nome, e vedrò che cosa dice del non aver risposto. Egli è stato occupatissimo, avendo in questo suo ingresso nel S.to Ufizio fatto grandissime fatiche, per quanto intendo, e in oltre, essendosi ammalato un Padre che predicava agli Ebrei, ha supplito non so che sabati in cambio suo; e da queste fatiche ne cavò un poco di indisposizione, che gli fece gran paura, avendo sputato sangue. Ora sta benissimo, e seguita le sue prediche a San Luigi con il solito concorso.
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