1666.
MARIO GUIDUCCI a [GALILEO in Firenze].
Roma, 28 settembre 1624.
Bibl. Naz. Fir. Mss. Gal., P. VI, T. X, car. 175-176. - Autografa.
Molto Ill.re Sig.re e P.ron mio Oss.mo
Ebbi ieri assai tardi la gratissima di V. S. insieme con la lettera per il P. Mostro, la quale mandai subito a S. P.tà Non l'ho poi veduto, essendo stamani stato occupato, sì che non ho avuto tempo di andarlo a trovare. L'altra lettera scritta al medesimo Padre più settimane sono da V. S., so che egli l'ebbe, avendomi egli mandato a rispondere sopra altre cose che gli feci dire per la medesima persona che portò la lettera; ma allora io stavo in letto, e non potei, se non molti giorni doppo, vederlo. Di questa farò che non si dimentichi d'averla ricevuta.
Io non ho, doppo che scrissi a V. S., veduto il P. Grassi, non essendo andato al Collegio, benchè, non ha molti giorni, vi fussi invitato a una lezione alla Rettorica. Il detto Padre mi fa tante cirimonie, quando vo là, che mi son venute a fastidio, perchè se è con qualch'altra persona, lascia la compagnia per venire a trovarmi, e sino che non mi parto non mi lascia, accompagnandomi sino fuor della porta. Lunedì mattina ho da andare a sentire un'orazione(441): vedrò se seguiterà di farmi i medesimi ossequii, e con questa occasione gli dirò, come in confidenza, d'aspettare la risposta di V. S. all'Ingoli, e gli prometterò di mostrargliela quando l'avrò. E sarebbe bella cosa se venisse fatto che quest'uomo applicasse punto l'animo all'opinione del moto della terra, e ci restasse poi allacciato e preso.
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