Con l'ordinario venturo scriverò al longo a V. S. e per conto della curiosità(444) e di quanto ho osservato con l'occhialino, perchè in questo punto parte l'ordinario.
L'occhiale che io desidero, vorrei che fusse di questi ordinarii, in quanto alla lunghezza, per iscoprir gli effetti nella terra, e non ho mai accertato ad averne un buonissimo. Un Polacco ne haveva uno l'altrieri, et un gentil'huomo mi riferì che con quello aveva conosciuto da San Pier d'Arena(445) ad un nostro luogho una donna notissima a lui; e la distanza era di 15 miglia(446). Questi s'allungava assaissimo, e serviva per lo cielo ancora. Andai subbito per ritrovar il Polacco, ma è partito: sì che, già che V. S. mi favorisce d'accettar la brigha di farne commandar un costì, io la priego, pregandola che ciò segua senza molto suo incomodo, perchè non ho fretta; et in tanto m'aveggo che è vero che epistola non erubescit. Di gratia, compatisca a persona che impasisce per simili cose. Con che bacio a V. S. le mani.
G.a, li 28 7bre 1624.
Di V. S. molto Ill.re et Ell.aAff.mo S.r
Bar.o Imper.le
1668.
GALILEO a FRANCESCO INGOLI in Roma.
Firenze, settembre 1624.
Cfr. Vol. VI, pag. 509-561 Edizione Nazionale.
1669**.
BARTOLOMEO IMPERIALI a [GALILEO in Firenze].
Genova, 4 ottobre 1624.
Bibl. Naz. Fir. Mss. Gal., P. VI, T. IX, car. 206-207. - Autografa.
Molto Ill.re et Eccell.mo S.r mio Oss.mo
Già che V. S. nell'ultimo della gratissima sua mi rinova l'instanza perchè io le discopra la mia curiosità, ardirò di darle questo poco scomodo, benchè forze al suo pellegrino ingegno il sugetto potrà riuscir di gusto; nè però quello che son per dirle può esser novo a V. S., essendogliene stato scritto già in istampa dal Clepero(447): et in somma è il desiderio che V. S. applichi il pensiero al capitolo 11° del libro 17° della Magia di Gio.
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