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      E per quanto spetta all'incavato, di cui par che intenda il Porta in quelle parole ubi valentissime universales solares radii disperguntur et coëunt minime, vorrebbe la ragione che fusse anche egli incavato parabolico, il quale per forza disgregherebbe i raggi, poichè fussero passati, per la contraria ragione del concavo e del convesso, secondo la regola del Porta nel fine della 2a prop.e del 2° libro De refractione(449), e dalla formatione che egli insegna della sectione parabolica nel cap.o 15° della Magia 17a per via del triangolo retangulo. Similmente si ha qualche luce da intender quelle parole nelle quali fa mentione del triangulo e delle linee transversali.
      Or sarà fatica di V. S. giudicar queste congietture: e quando pure stimasse che fusse molto lontano il pensiero del Porta, tornerei a pregarla che applicasse l'animo a questo negotio, speculando se potesse riuscir migliore un cannocchiale fatto di cristalli parabolici, per le ragioni che si son riccordate nel Porta; perchè sebene il Ceplero ha più fede nell'iperbole che nella parabola, non dimeno i concorsi e l'unioni paiono più manifeste nella sectione parabolica, poi che se i raggi così passano come si riflettono, riflettendone ad un punto negli specchi da abbrucchiare, andranno anche ad unirsi passando in un punto, vicino al quale posto un incavato parabolico, par che debba con maggior forza distinguer quella confusione maggiore. Il tutto però è rimesso al giuditio di V. S., il quale io intenderò con grandissimo gusto, non restringendolo ad angustia di tempo.


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Le opere di Galileo Galilei
Volume XIII. Carteggio 1620-1628
di Galileo Galilei
Barbera Firenze
1964-1965 pagine 592

   





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