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      Gli do per ciò nuova come son gionto qua con salute, acciò, facendomene degno, sappi dove ritrovarmi.
      Al Sig.or Bartolomeo Imperiale diedi la lettera di V. S., o, per meglio dire, mandai, poichè la lontananza delle nostre ville non mi ha premesso dargliela. Doverò assai pre[sto] vederlo, e le rifferirò quanto mi favorì d'imp[ormi].
      Sto con desiderio attendendo il piccolo ochiale della nuova inventione, come promesse di favorirmi; e tutti aspettan di (?) veder in luce le opere in le quali ho dato nuova che sta travagliando, le quali, seben non potrà acrescer fama alla sua vertù, appagheran però ogn'uno delle dubietà et aport[eran] cibo a bei spiriti: nel numero de' quali mi desidero io, per poter celebrar le sue lodi, e farmi conoscer [con] mostrar di conoscere un tanto bene. Le bacio le ma[ni], e le auguro felice e longa vitta per beneficio del mondo.
     
      Di Gen.a, a 25 Otto. 1624.
      Di V. S. molt'Ill.reSer.e Aff.mo
      Barto.eo Balbi.
     
     
     
      1674.
     
      FEDERICO CESI a [GALILEO in Firenze].
      Acquasparta, 26 ottobre 1624.
     
      Bibl. Naz. Fir. Mss. Gal., P. VI, T. X, car. 181-182. -- Autografa.
     
      Molt'Ill.re et molto Ecc.te Sig.r mio sempre Oss.mo
     
      Ho ricevuto l'instrumento che V. S. nuovamente ha compito per le cose minime, et ho tardato sin hora a rispondere perchè non prima i miei me l'hanno potuto ricapitare sicuro, et io volevo pure poterlene accennare qualche godimento; ma il nuvolo o caliginoso, la moltitudine delli negotii che da Roma mi sono sopravenuti, et il stato della Principessa mia, che dopo fastidiosissima gravidanza hoggi ha partorito, con bona salute poi, Dio gratia, una figliola, hanno fatto che apena posso dire d'haver cominciato a gustarlo: onde, riserbandomi a darle conto a suo tempo del'osservazioni di sì mirabil artificio, le ne renderò hora solo gratie infinite, conoscendo molto bene quanto m'habbia voluto favorire, e restando sempre più obbligatissimo.


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Le opere di Galileo Galilei
Volume XIII. Carteggio 1620-1628
di Galileo Galilei
Barbera Firenze
1964-1965 pagine 592

   





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