Io so, senza domandarne al S.r Gio. Fabbri, che il Chiaramonti è stimato qua da personaggi principalissimi; anzi penso d'avermi a trovare presto con uno di questi a discorrere dell'Antiticone(478), che dovrà seguire come la Corte torni a San Pietro, perchè io non posso fare ancora a fidanza a vegliar fuora, e massimamente a Montecavallo, dove è grandissimo freddo. Ora, se V. S. avesse qualche notabile considerazione intorno a qualche palpabile errore preso dall'autore, io potrei avere occasione di dirla, dandone però la dovuta lode a chi l'avesse avvertita.
Ho letta e riletta più volte la scrittura in risposta all'Ingoli(479), e m'è parsa sempre più bella, come ancora al S.r Filippo Magalotti. Ora l'ha in mano Mons.r Ciampoli. Come la riarò, la mostrerrò al P. Grassi, al quale ho già detto che l'ho avuta, e promesso di leggergliela. Il ritratto(480) di V. S. non l'ho ancora consegnato al S.r Marcello, volendolo prima far vedere a più amici. La settimana passata scrissi a V. S. che aspettavo che ella mi mandasse le figure che mancano alla scrittura; ma se V. S. non l'ha mandate, può lasciare di farlo, essendo molto chiara(481), e però senza pericolo di fare errori.
Io non ho compreso bene, in quell'argomento del crivello(482), che moto sia quello che si fa in un cerchio il cui centro rimane tra le braccia e 'l petto, nè mi son saputo figurare tal maniera di vagliare, parendomi che il vagliare ordinario sia tener distese le braccia e muovere il vaglio a destra e a sinistra; ma tal cerchio ha per semidiametro tutto il braccio: se già non si dicesse che movendosi verso la destra parte, il destro braccio non si distenda interamente, e così il sinistro a sinistra, et in tal guisa non abbia per semidiametro tutta la lunghezza del braccio, onde il centro rimane in quel mezzo.
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