Sentii ed appresi il desiderio di V. S. Ecc.ma intorno al vino bianco che desiderava, e stimai a suo tempo di servirla, come avevo già fatto delli sei barili di vino bianco, del migliore che si ricolga in questo paese. Del rosso non ho trovato cosa che mi paresse a proposito. Mentre stava aspettando l'addrizzamento del tempo e la commodità de' veturali, mi è comparsa la 2a lettera di V. S. Ecc.ma, con una di Mons.r Ill.mo Padrone(486), nella quale mi scrive ch'io li dia avviso se ho provisto il vino per V. S. Ecc.ma; e rispondendoli di sì, gliene mandai anco il saggio, quale credo li sia piaciuto, poichè ha dato ordine qui al suo fattore che mandi per li suoi mezzaioli li sei barili di vino a donare a V. S. Ecc.ma a suo nome, ed a me sia restituito altrettanto vino a denari, di che già me ne sono aggiustato.
Se il vino serà buono e riesca di suo gusto, sarà ogni anno al suo comando, mentre Dio mi darà vita. E ringraziando intanto V. S. Ecc.ma dell'onore de' suoi comandamenti e delle brugne, la prego a favorirmi di una presa delle sue pillole(487), mentre resto pregandole dal Signore Dio ogni maggiore felicità.
Di Murlo, li 2 Novembre 1634.
1680.
MARIO GUIDUCCI a [GALILEO in Firenze].
Roma, 8 novembre 1624.
Bibl. Naz. Fir. Mss. Gal., P. VI, T. X, car. 185-186. - Autografa.
Molto Ill.re et Ecc.mo S.r mio Oss.mo
Come scrissi a V. S. la settimana passata(488), ho letta e riletta più volte la scrittura mandatami, e sempre mi è piaciuta più: la diedi a Mons.r Ciampoli, il quale l'ha ancora, e piace anche a lui assaissimo.
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