Il Sig.r Vincenzo m'ha detto che mandarą la lista particolare a V. S., e che se lei non vole che attenda al leuto, che lasciarą stare. Io con questa occasione gli ho data una stropicciata soda, con dirgli che sarebbe padrone d'altro che di sonare, ogni volta che si risolvesse di accommodarsi con V. S.: ma in somma, o non ha fatto errore, o sta ostinatissimo. Voglio ben significare a V. S. questo particolare, che ho fatta qualche diligenza per saper della sua vita, come la passa, e non ho ritrovato che faccia nč indignitą nč mancamenti nč scapigliature di sorte alcuna; sģ che resto fuor di me a pensare come possa essere che habbia fatto un errore sģ grave come quello che pretende V. S., e che poi stia tanto in cervello(502). Tuttavia non voglio affermare nč negare cosa alcuna di certo, potendo io benissimo essere ingannato. V. S. con la sua prudenza e giudicio consideri il tutto, e se si risolve a venire, mi scriva due versi, che mi sarą favore singolare. Con che li bacio le mani, e me li ricordo obligatissimo al solito.
Pisa, il 13 di 9mbre 1624.
Di V. S. molto Ill.reOblig.mo Ser.re e Dis.lo
Don Bened.o Castelli.
Fuori: Al molto Ill.re et Ecc.mo Sig.r e Padrone Col.moIl [S.r Galileo] Galilei, p.o Filosofo di S. A. S.
Firenze.
1683.
MARIO GUIDUCCI a [GALILEO in Firenze].
Roma, 22 novembre 1624.
Bibl. Naz. Fir. Mss. Gal., P. VI, T. X, car. 187. - Autografa.
Molto Ill.re et Ecc.mo S.r e P.ron mio Oss.mo
Mi duole sommamente che la mutazione de' tempi abbia travagliato e travagli ancora V. S., dandole impedimento al proseguire le fatiche incominciate.
| |
Vincenzo Dis Bened Castelli Padrone Col Galilei Filosofo Firenze
|