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      Pure manderò, come ho detto, il testo del Porta, e del tutto mi sbrigherò di questo pensiero.
      Non ho poi ancora potuto far prova dell'ultimo cannocchiale, perchè l'aria è stata tutti questi giorni tanto fosca, che niente più; e non ho mai più avidamente desiderato tempo chiaro più d'adesso: ma già mi presupungo gran cose, perchè così allo scuro ho vedute, sì ben in poca distanza, oggetti chiarissimi e multiplicati assaissimo.
      S.r mio, son tutto suo, e l'assicuro che non ha maggior servitor di me: con che le bacio le mani.
     
      G.a, 1624, 29 Novembre.
      Di V. S. molto Il.re et Eccll.maAff.mo Se.re
      Bar.o Imper.le
     
      Il nostro S.re Santini bacia a V. S. le mani, e lo prega ad iscusarlo se non risponde subbito, e che tosto lo farà, e che in tanto sta aspettando una certa scrittura di un Ingoli (non se (sic) dica bene): V. S. saprà qual sia.
      Le do nova che costì viene il figlio(506) del Re di Polonia con alcuni suoi prencipi. Mio cugnato, che l'ha corteggiato, m'ha detto che è intelligente di cose di matematica. Qui è voluto essere sconosciuto: mi favorisca scrivermi se costì fa lo stesso.
     
     
     
      1685*.
     
      LORENZO MAGALOTTI a GALILEO in Firenze.
      Roma, 29 novembre 1624.
     
      Bibl. Naz. Fir. Mss. Gal., P. I, T. XIV, car. 191. - Autografa la firma.
     
      Ill.re Sig.re
     
      Io so che V. S. non mi ha espresso pienamente la sua allegrezza per la mia promozione al Cardinalato, benchè habbia procurato di rappresentarmela grandissima; imperochè mi ha sempre amato senza misura. Io la ringrazio cordialmente; e desideroso di corrisponder co' fatti all'amor suo, attendo da lei occasioni di farle servizio, e prego Dio che la prosperi.


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Le opere di Galileo Galilei
Volume XIII. Carteggio 1620-1628
di Galileo Galilei
Barbera Firenze
1964-1965 pagine 592

   





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