Roma, 29 Nov.re 1624.
S.r Galileo Galilei. Fir.eAl piacer di V. S. sempre(507)
L. Card.le Magalotti.
Fuori: All'Ill.re Sig.reIl Sig.r Galileo Galilei.
Firenze.
1686*.
MARIO GUIDUCCI a [GALILEO in Firenze].
Roma, 30 novembre 1624.
Bibl. Naz. Fir. Mss. Gal., P. III, T. XI, car. 31-32. - Autografa.
Molto Ill.re et Ecc.mo S.r e P.ron mio Oss.mo
L'altro giorno essendo io andato al Collegio Romano a visitare un Padre mio amico, mi trovò il P. Grassi, e doppo molte cirimonie e scuse, mi domandò se io mi contentavo d'esser nominato nella risposta che egli ha fatto al Saggiatore, che egli voleva stampare in breve. Io gli risposi che facesse quel che li piaceva, che in quanto a me ero indifferente tanto all'una quanto all'altra parte, e che non volevo dar consenso nè dissenso. Mi fece poi una mano di scuse, che era forzato a scrivere, e che gliene sapeva male. Io non volli domandargli da che dependesse questa forza, ma presupponendomi che fusse per non voler restare con questa nota d'essere convinto, gli domandai se egli aveva veduto l'Antiticone del Chiaramonti, il quale ex professo confutava tutto il suo Problema, volendo tacitamente mostrargli che se si moveva a rispondere a V. S. per non essere tenuto convinto, doveva anche rispondere al Chiaramonti. Mi rispose che n'aveva avuto qualche notizia, e che aveva il libro, ma non l'aveva considerato molto. E con questa occasione, trovandomi avere in tasca la lettera di V. S. nella quale difendeva il Sarsi dalle opposizioni o più tosto risposte date dal Chiaramonti a quel terzo argomento(508), gli lessi quello che atteneva a lui.
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