Ho disegnato di tradurlo in buona lingua vulgare, e subito che è pubblicata questa risposta (la quale senza dubbio il P. Grassi mi manderà a donare), scrivergli io una lettera, ringraziandolo da principio del dono, e poi soggiugnere che, essendo in questo particolare di questa disputa congiunti di tal maniera gl'interessi di V. S. et i miei che ella aveva preso sopra di sè tutta la briga di risquotermi dalle oppugnazioni e note fattemi nella Libra, non posso fare di non dolermi della nostra cattiva fortuna con S. R.a, poichè, avendo io scritto e tenuto l'opinione di V. S. delle comete senza avere ex professo tassato nè confutato niuno, se non quanto portava l'occasione del ragionamento (e tutto con ogni riguardo), non di meno contro di lei e di me si era rivolto ogni suo sforzo, lasciando di rispondere agli altri, i quali di proposito e più vivamente l'avevano cercato atterrare; e che poi tutti questi sforzi e queste scritture non avevano altra mira che difendere un Problema del cui valore si poteva far coniettura dagli scritti del Chiaramonti e dalla confessione del medesimo P. Grassi intorno a quel terzo argomento; e così inserirvi il discorso del Chiaramonti, sino a dove egli comincia a trattare contro al terzo argomento; e concludere che pigliasse quella lettera per caparra di quanto poi parrà a V. S. di dargli per resto.
Io ho voluto scrivere a V. S. questo mio pensiero venutomi iermattina avanti che mi levassi, acciò ella veda un poco diligentemente l'impugnazioni dette del Chiaramonti, se veramente sono necessarie, che poi io subito mi metterò a tradurle e formare la risposta, prima che io veda la proposta, a fine che V. S. la riveda, e così quattro o cinque giorni doppo rendergli stampata la risposta, che gli giugnerà, se non mi inganno, molto nuova e inaspettata, ma sì bene molto meritata.
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