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      Starò aspettando le Tavole che mi accenna, e le vedrò con quanta diligenza potrò. L'Ecc.mo S. Pr. Cesi era per andare in breve a Roma, e quivi far l'ascrizzione di alcuni accademici Lincei, con speranza di essere favorito da V. S.; et io le darò ragguaglio del successo. Più oltre non mi concede l'hora tarda, che io possa distendermi scrivendo. Gli bacio cordialmente le mani, e gli prego da N. S. intera felicità.
     
      Da Bellosguardo, li 7 di Xmbre 1624.
      Di V. S. molto I.
      Dev.mo Ser.reGalileo Galilei.
     
     
     
      1689*.
     
      BARTOLOMEO IMPERIALI a [GALILEO in Firenze].
      Genova, 7 dicembre 1624.
     
      Bibl. Naz. Fir. Mss. Gal., P. VI, T. IX, car. 222 e 224. - Autografa.
     
      Molto Ill.re et Eccell.mo S.r mio Oss.mo
     
      L'ordinario passato(514) ringratiai V. S. della ricevuta del cannocchiale, e per la stretezza del tempo non potei risponderle altro, sperando insieme che in questi altri giorni seguenti dovesse raserenarsi il cielo, onde io potessi dar raguaglio a V. S. della bontà che avessi esperimentata de i vetri; ma la stagione, che si mischia ormai con l'inverno, n'ha tenuto il cielo occupato di nuvole, sì che non ho potuto aver questo gusto, essendo fatto il cannone che non vacilla, benchè sia in alquanti pezzi: et in fine ho risoluto di non volerne dar altro che un aviso a V. S., ma certo, essendo che l'aria fosca può ieri avermi ingannato. Trattanto mando a V. S. il trascritto delle parole del Porta in alquanti luoghi che fanno al proposito(515), onde V. S. vegga che egli nel capitolo 11° mirava a più alto fine che del cannone composto con lenti sferiche, avendo ciò insegnato nel precedente; e dalle parole del capitolo 19° si vede chiaramente che egli era d'opinione che la figura parabolica unisse tutti i raggi in un ponto, intendendo della convessa; e per via di refratione, e per ragione, secondo i principii dell'istesso autor nel 2° libro della refratione, la parabolica concava disgregherebbe gagliardissimamente: sì che, confermando ciò che scrissi già a V. S., parmi che tal forma migliorerebbe grandemente il cannochiale, tanto più che veggo che V. S. con quella piastra di piombo ha ristretto il pertuggio, lasciando gran parte del cristallo inutile(516), non per altro, sol che per ischivare tanti concorsi, che verrebbero dalle parti coperte a cagionar i colori dell'iride, là dove se quel vetro fosse parabolico potrebbe lasciarsi tutto scoperto.


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Le opere di Galileo Galilei
Volume XIII. Carteggio 1620-1628
di Galileo Galilei
Barbera Firenze
1964-1965 pagine 592

   





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