Per tutte queste cagioni è parso bene, come ho detto, soprassedere e lasciare un poco addormentata questa questione, più tosto che tenerla desta con delle persecuzioni e con avere a schermirsi da chi può dare de' colpi franchi. In tanto il tempo può giovare alla causa.
Come scrissi a V. S., l'opera del Sarsi ancora non si stampa, e credo che anch'egli, in questi garbugli de' Genovesi, sia in pensiero per la sua patria.
Spero d'esser costà avanti mezzo Maggio. Alla mia partenza lascerò in mano al S.r Filippo Magalotti la lettera scritta all'Ingoli(627), acciò la serbi per presentarla quando V. S. vorrà.
Mi ha detto il S.r Principe Cesi che l'Accademia Lincea m'ha destinato un singolar favore, di ascrivermi nel numero degli Accademici. So che questo è stato principal motivo di V. S.: però da lei ne riconosco in principal luogo la grazia, e a suo tempo, come sarà seguito, ne la ringrazierò. In tanto serva per cominciamento, o vero per ringraziamento della nuova datamene. E per fine baciando a V. S. le mani, le prego dal Signore Dio ogni felicità.
Di Roma, 18 di Aprile 1625.
Di V. S. molto Ill.re et Ecc.ma
Ieri stetti un pezzo con l'Ill.mo S.r Card.le Orsino(628), il quale mi domandò che uomo fusse Cosimo Lotti in materia di far fontane, perchè era stato proposto a S. S. Ill.ma per uomo singolare in questo mestiero. Io risposi che sapevo che era pittore, ma altro non sapevo. Mi domandò poi se io sapevo nessuna persona insigne a questo servizio; e dissi che io non ne conoscevo nessuno, ma che già avevo sentito dire a V. S. che in Roma c'era uno il quale era ingegnosissimo e d'invenzione, ma che non sapevo se era più vivo.
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