Se il S.r Galilei è stato mio partialissimo per il passato, ha da esser molto più adesso, che nella vita che ho da fare sarò molto più disoccupato per godere delle sue lettere, opere, e perchè non anco della conversazione per molti mesi? Io so bene che la b. m. di Mons.r Dini(663) l'havrebbe desiderato a Fermo con l'occasione di Loreto(664); e se V. S. non lo metterà in esecutione a tempo mio, quando io gliela perdoni per me, non potrò già perdonarla per lui, del quale io son obbligato per tanti titoli a far vive tutte le dispositioni e volontà, e V. S. non meno, per il bene che le portava.
La ringratio della congratulatione affettuosissima, e le ricordo l'haversi cura della salute per il ben publico, e lasciar far i disordini al nostro P. D. Benedetto, che è venuto qua con una sanità infinita, e non teme d'aria nè di fiumi. Del resto io desidero in estremo di rivederla, e lo spero in qualche luogo presto, con qualche lettione de' suoi Dialoghi, a' quali desidero luce quanto prima. Et a V. S. bacio per fine le mani.
Roma, 10 Ottobre 1625.
Di V. S. molto Ill.reS.r Galileo Galilei. Firenze.
Aff.mo Ser.reGio. b., eletto di Fermo.
Fuori, d'altra mano: Al molto Ill.re Sig.re mio Oss.moIl Sig.re Galileo Galilei,
Firenze.
1733*.
GALILEO ad [ELIA DIODATI in Parigi].
[Firenze,] 20 ottobre 1625.
Bibl. Naz. Fir. Mss. Gal., P. V, T. VI, car. 83r. - Copia di mano di VINCENZIO VIVIANI. In capo a questo frammento si legge di mano dello stesso VIVIANI: "20 Ottobre 1625. Risposta ad una de'.... (sic), che non ci è".
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