So che il simile si potria dire dei raggi solari e degl'altri pianeti, nel passare per lo cielo prima che giongano al concavo della luna; ma pare in un certo modo che meglio stringa l'argomento nella luna nuova, che non manda lume in quel tempo verso la terra, che non fa negl'altri pianeti o nel sole, che sempre parte del suo lume mandano verso lei, quando sono veduti.
La prego scusare questo tiro di penna, scritto curenti calamo. Scuserà l'imperfettione della ditatura, ne pigliarà il senso del ditatore, chè tanto porge ardire la sua cortesia di chiedernele il suo senso. Et a V. S. Ecc.ma per fine bacio le mani.
Di Bolog.a, li 14 di Nov.bre 1625.
Di V. S. molt'Ill.re et Ecc.ma[vedi figura 1739.gif]
Fuori: Al molt'Ill.re et Ecc.mo Sig.re et P.rone mio Oss.moIl Sig.re Galileo Galilei.
Fiorenza.
1740**.
ANTONIO SANTINI a GALILEO in Firenze.
Genova, 15 novembre 1625.
Bibl. Naz. Fir. Mss. Gal., P. VI, T. X, car. 220. - Autografa.
Molt'Ill.re et Ecc.mo S.or mio Col.mo
Il mio silenzio appresso di V. S. spero non sarà per chiamarmi contumace; e cessando urgenti occasioni, non so come non si rubbi il tempo ad occupare gli amici e padroni in complimenti di lettere. Confido ancora che dalla sua cortesia mi sarà liberalmente condonato quando alcun defetto mi si dovesse imputare.
Viene a cotesta città il P. D. Bartolomeo Tiberii nostro, e suo compatriotto. L'ho pregato a far(673) reverenza a V. S. a mio nome. Egli saria curioso di uno occhiale piccoletto; supplico V. S. volerle assistere, acciò lo consegua, che sodisfarà il mastro; solo vuol esser assicurato che sia stato nelle mani di V. S., come vero authore di questo strumento.
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Bolog Nov Galileo Galilei Firenze Bartolomeo Tiberii
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