Riceva in tanto l'aviso mio per segno della mia servitù, e le baccio di vivo cuore le mani.
Di Cesena, il dì 16 Novembre 1625.
Di V. S. molto Ill.re et Ecc.ma
In questo tempo, meno di due settimane c'ho havuto il libro, ho fatto progresso nel rescrivere. La maggior fattica è scoprire li suoi nascondagli: del resto sa V. S. la poca sodezza della persona. Vi attizza il P. Grasso(679) a rispondermi, et i parenti di Ticone a chiamarmi in duello cavalleresco; che le servirà per ridere.
Oblig.mo Ser.reScipione Chiaramonti.
Fuori: Al molto Ill.re et Ecc.mo S.re P.ron mio Oss.moIl S.or Galileo Galilei.
Fiorenza.
1742.
GALILEO a BENEDETTO CASTELLI in Pisa.
Firenze, 21 novembre 1625.
Biblioteca Palatina in Parma. Bacheca. - Autografa.
Molto R. Padre e mio Sig.r Col.mo
Mi rallegro assai del progresso idraulico, et aspetterò con desiderio le 3 ultime proposizioni con le lor dimostrazioni: dico di queste 3, perchè la prima è assai chiara, atteso che, stante la medesima altezza l'acqua che passa è come la velocità, e stante la medesima velocità l'acque che passano son come l'altezze; e però, mutate altezza e velocità, l'acque che passano hanno la proporzione composta delle 2 dette etc.(680)
Quanto al mandato, non lo mando, perchè voglio procurar, se sarà possibile, di venire sul mio di qua, senza la perdita di 4 o 5 per 100. Ricevei i piatti, ma inferiori assai a quelli della P. V., e con pagar di condotta il doppio di quello che si paga per l'ordinario, che così fu pattuito in Perugia dal P. D. Angelo(681): ma questo poco importa.
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