Trovo in S. S.tà la medesima voluntà, ma la scarsità dell'occasioni rende scusabile la dilatione nell'eseguirla. Io premo oltre modo acciò ella resti consolata, e fra tanto le ricordo la mia obligatissima servitù.
[S.]r Galileo Galilei. Fir.eDev.mo et Oblig.mo Se.re
G. Ciampoli.
1749.
GIOVANNI CIAMPOLI a GALILEO in Firenze.
Roma, 28 dicembre 1624(694).
Bibl. Naz. Fir. Mss. Gal., P. I, T. IX, car. 31. - Autografa.
Molto Ill.re et Ecc.mo S.re e P.ron mio Col.o
La sua lettera mi è stata gratissima, così per darmi avviso della sua sanità, come anco per promettermi il discorso intorno a i problemi del timone(695). Ella non mi può fare regalo più pretioso, perchè i parti del suo intelletto soprhumano sono stimati da me come tesori di sapientia celeste.
Mi rallegro poi che il Dialogo(696) sia quasi perfettionato e che la materia soprabbondi, perchè quanto maggiori viaggi farà la penna di V. S., tanto più luce porterà agl'ingegni.
Io lessi la risposta fatta all'Ingoli, e ne referii anco gran parte a N. S.re che gustò molto dell'esempio del vaglio e di quei corpi gravi giudicati poco atti al moto, con quelle gratiose esperienze ch'ella ne adduce(697). Non mi scordai, con questa occasione, di rammemorar la promessa fattale per il S.r suo figliuolo, la quale mi fu rinovata: ma l'incontro malo fin qui è stato, che da qualche mese in qua, in una eccessiva penuria di vacanze, la Dataria ha fatto un poco di raccolta per poter dare la solita mancia alla famiglia pontificia. Subito che questo sarà effettuato, io tornerò a ricordar gl'interessi del S.r Vincenzo, e procurerò che si riduca all'atto la benigna intenzione di N. S.re.
| |
Galileo Galilei Oblig Ciampoli Firenze Dialogo Ingoli Dataria Vincenzo
|