Molt'Ill.re et Ecc.mo S.re et P.rone mio Oss.mo
Hieri per un Padre Giesuato(704) inviai a V. S. Ecc.ma l'Iperaspiste del Kapleri(705), et alcuni spatii sono, le scritture di quel Cavaliere(706) contro la positione del Copernico. Spero che l'uno e l'altre saranno gionte sane; ma perchè il libro mi è stato mandato in presto, perciò non ho campo, mentre non ne capitasse qualcheduno nelle nostre librarie, del che subito l'avisarò, di lasciarglielo per molto tempo. Haverò caro d'intenderne la ricevuta, et anche, se non fosse troppo ardire il mio, il suo giuditio, sì intorno a questo come anco intorno alle scritture, da poter, come me, scrivere al S.re Cavaliere, acciò paia che queste cose da lui mandate siano da me state vedute. Et non havendo altro per hora che scrivere a V. S. Ecc.ma, per fine le faccio riverenza, et me le ricordo servitore partiale.
Di Bologna, li 10 di Genaro 1626.
Di V. S. molt'Ill.re et Ecc.maS.re Galileo Galilei.
Dev.mo Ser.reCesare Marsili.
1754*.
FRANCESCO STELLUTI a [GALILEO in Firenze].
Roma, 10 gennaio 1626.
Bibl. Naz. Fir. Mss. Gal., P. VI, T. XI, car. 11. - Autografa.
Molto Ill.re et Ecc.mo Sig.r P.ron mio Oss.mo
Per le molte mie occupationi io non ho altrimente letto il libro del Keplero contro il Chiaramonti(707) se non in alcuni luoghi; e realmente il detto Chiaramonti vien mal trattato dal Keplero. Nel fin del qual libro fa un'aggiunta di otto carte, e la chiama Spicilegium ex Trutinatore Galilei: dice, essergli capitato alle mani il Saggiatore di V. S. dopo finito questo contro il Chiaramonti, e che, vedendoci il proprio nome e quello di Ticone spesso replicato, lo volse leggere e rispondere ad alcune cose in quello accennate di Ticone.
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