Però mi perdoni questo poco d'indugio, cagionato anco dal poter io poco applicarmi a letture, e massime di libri scritti in stile tanto duro e oscuro. Gli raccomando l'alligata per il S. C. Chiaramonte, la risposta del quale al Keplero sto attendendo con desiderio; e per fine a V. S. molto I. con reverente affetto bacio le mani, e gli prego intera felicità.
Di Fir.ze, l'ult.o di Genn.o 1625(726).
Di V. S. molto I.
Ser.re Obblig.moGalileo Galilei.
1762*.
MARIA CELESTE GALILEI a GALILEO [in Firenze].
Arcetri, 26 febbraio 1626.
Bibl. Naz. Fir. Mss. Gal., P. I, T. XIII, car. 49. - Autografa.
Molto Ill.re et Amatiss.mo Sig.r Padre,
L'haver V. S. lasciato, li giorni passati, di venir a visitarne (essendo stato il tempo assai quieto, lei, per quanto ho inteso, con sanità, et senza l'occupazione della Corte) sarebbe bastante a causar in me qualche timore che fossi in parte diminuito l'amore che grandissimo ne ha sempre dimostrato; se non che gl'effetti dell'amorevolezza sua in verso di noi tanto frequenti mi liberano da questo sospetto: sì che più presto m'inclino a credere ch'ella vada differendo la visita mediante la poca satisfazione che riceve dal venirci, tanto da noi che, mediante la nostra non so s'io mi dica dappocaggine, non sappiamo dargliene più, quanto dall'altre che per altre cagioni poca gliene danno. Et per questo lascio di lamentami con lei, come farei se non havessi questo pensiero; et solo la prego a conformarsi, con il lasciarsi da noi rivedere, se non in tutto al suo gusto, almeno al nostro desiderio, il qual sarebbe di star continuamente da lei, se ne fossi lecito, per farle quelli ossequii che i suoi meriti et il nostro debito ricercherebbono.
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