Et poi che questo non ci è concesso, non mancheremo già di satisfare a questo debito con tenerla raccomandata al Signore, che gli conceda la sua grazia in questa vita et il Paradiso nell'altra.
Dubito che Vincentio non si lamenti di noi, perchè indugiamo tanto a mandarli i collari che ci mandò a domandare, dicendo che ne haveva carestia. Di gratia, V. S. ci mandi un poca di tela batista, acciò gliene possiamo cucire, et anco ci dia qualche nuova di lui, che lo desideriamo. Et se a lei occorre qualche cosa per suo servitio, nella quale possiamo impiegarci, si ricordi che ci è di gusto grandissimo il servirla. E qui facendo fine, a V. S. mi raccomando, insieme con Suor Archangela.
Di S. Matteo, il primo giorno di Quaresima del 1625(727).
Di V. S. molto Ill.reAff.ma Fig.la
Suor M.a Celeste.
1763*.
BARTOLOMEO IMPERIALI a [GALILEO in Firenze].
Genova, 27 febbraio 1626.
Bibl. Naz. Fir. Mss. Gal., P. VI, T. XI, car. 15. - Autografa.
Molto Ill.re et Eccell.mo S.r mio Oss.mo
Il mio Padre Santini(728), che mi ama daddovero, quando è certo di favorirmi straordinariamente, non tralascia l'occasione, che al presente è stata delle più disiderabili che mi potesse offrire, nel dimostrarmi la gentilissima lettera di V. S., nella quale si compiace di far sì cortese memoria di me, che le vivo tanto obligato. L'avrei preocupata, S.r mio Galileo, come soleva prima, se le guerre e qualche cura publica me l'avessero conceduto: il danno è stato il mio, perchè nel corso di questo tempo, con l'occasione delle sue risposte sempre dotte, avrei imparato quel che non so, e da chi sa assaissimo.
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