Di Roma, alli 21 Marzo 1626.
Di V. S. molto Ill.re et Ecc.maOb.mo Ser.re
F. Bon.ra Cav.ri di Mil.o
Doppo scritto, ho ricevuta la sua gratissima: et in somma solo mi resta di ringratiarla della prontezza dell'animo suo, e dirli come son sicuro che all'occorrenza farà quel tanto che sempre mi son supposto della sua molta affettione verso di me. Tuttavia, non succedendo cosa alcuna a mio profitto, mi dovrò più tosto rallegrare che tal luogo sia occupato da persona meritevole, come stimo il S.r Nicolò, che dolermi che la fortuna non habbi corrisposto al desiderio suo et al mio pensiero. Ho anco inteso che vien procurato per il S.r Scipion Claramontio. V. S. saprà meglio di me queste cose, alle quali più non penserò, ma a sortir qui qualche buona fortuna, poichè io ci sono. V. S. mi conservi nella sua gratia e memoria.
1769.
BENEDETTO CASTELLI a GALILEO in Firenze.
Roma, 21 marzo 1626.
Bibl. Naz. Fir. Mss. Gal., P. I, T. IX, car. 37. - Autografa.
Molto Ill.re Sig.r e P.ron Col.mo
Mercoledì mattina a hore 14 gionsi in Roma sano e salvo, con viaggio felicissimo, havendo presa la lettiga in Arezzo. L'isteso giorno feci riverenza a Mons.r Ciampoli, al quale non ho detto ancora altro del negozio che V. S. mi disse, perchè non mi ricordo se lei precisamente mi comandasse o no che ne parlassi, massime che l'istesso Monsignore è stato travagliato giovedì e venerdì da dolori di corpo con vertigini: hoggi, per grazia di Dio, sta meglio. Se mi scriverà, non mancarò far il debito mio.
Fui giovedì a' piedi di Nostro Signore, quale mostrò gusto della mia venuta, e mi diede cento cinquanta scudi di pensione nello Stato Veneto, la parte, e (quello che stimo sopra tutto) mi deputò servitore del Sig.r Don Taddeo(744). Nel ragionare con S. Beatitudine nominai V. S., e subito S. S.tà mi dimandò di lei e del suo stato con molto affetto.
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