Mi disse il P. D. Benedetto che sarebbe stato gradito molto a scriverlo in lingua volgare, onde in questa io lo scrivo, e ne aviso V. S., acciò, se li pare bene, anchora lei così facci del suo de gli indivisibili(764). Se anco non li paresse bene, mi favorisca di avisarmi, chè mi accorderò con V. S.: ma di gratia la prego ad applicarvisi presto, acciò quanto prima possi mostrar qualche cosa del mio, e per poter poi applicarmi, sbrigato di questa, ad altre materie. E di gratia V. S. mi scusi se gli paressi troppo importuno, sì come anco di ciò che nell'altra mia gli dimandai. Finisco confermandomeli devotissimo servitore, e augurandoli felicissima Pasqua, pregandola a salutar il S.r Nicolò Agiunti, il medico et il suo nipote.
Di Roma, alli 4 Aprile 1626.
Di V. S. molto Ill.re et Ecc.ma
Quanto al dedicar l'opera, desidero saper il suo gusto, e s'ella concorresse meco nel S.r Ciampoli, non havendo io più amorevole patrone di lui.
Dev.mo Ser.reF. Bon.ra Cav.ri
1775*.
ORAZIO MORANDI a GALILEO [in Firenze].
Roma, 17 aprile 1626.
Bibl. Est. in Modena. Raccolta Campori. Autografi, B.a LXXXI, n.° 148. - Autografa.
Molto Ill.re et Ecc.mo mio S.re e P.ron Oss.mo
Parmi aver dato a grand'usura il libretto(765) che ho mandato a V. S., avendone ricevuto l'interesse della sua gentilissima lettera di ringraziamento, da me stimatissima, venendo da padron mio tanto singolare come è V. S.: e se a lei è piaciuto ricevere il libretto per contrasegno della continuazione della mia devota servitù verso la persona sua, et io ho ricevuto immortal consolazione, avendo dalla sua lettera conosciuto la continuazione del suo amore verso di me.
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