La supplico a non me ne lasciar mai privo et a coltivare la servitù mia con qualche suo commandamento, mentre con ogni affetto le bacio le mani e le prego dal Signore il compimento d'ogni suo desiderio.
Di Roma, il dì 17 Aprile 1626.
Di V. S. molto Ill.re et Ecc.maS.r Galileo Galilei.
Dev.mo et Obblig.mo Serv.reDon Orazio Morandi.
1776.
GALILEO a [CESARE MARSILI in Bologna].
Firenze, 25 aprile 1626.
Arch. Marsigli in Bologna. Busta citata al n.° 1688. - Autografa.
Molto Ill.re Sig.re e Pad.n Col.mo
Aggiunto al mio primo pensiero quello che mi accenna V. S. molto I. esser suo desiderio e di altri gentil'huomini litterati amici suoi, ho risoluto di scrivere il parer mio circa le cose trattate in controversia dal S. C. Chiaramonti e 'l Keplero, trattandone però per quella parte che può annettersi alla risposta che devo fare all'Appendice di esso Keplero; et onorandomi della concessione di V. S.(766), ne scriverò a lei medesima, in potestà della quale sarà il disporre a suo beneplacito della mia scrittura. Glie n'ho voluto dar conto avanti, acciò non prendessi meraviglia della tardanza in rispondere all'ultima sua lettera, e se ancora tarderò qualche giorno a mandar tal risposta.
Quanto al flusso e reflusso di che mi accenna, ne sentirò volentieri l'effetto; il quale, per mio parere, non credo che possa dependere da altra cagione celeste che dallo scaldarsi l'aria il giorno e rinfrescarsi la notte; e l'elezzione dell'acqua salsa credo che sia una coperta all'artifizio, e che l'istesso farebbe la dolce: et un tale scherzo feci io 20 anni sono in Padova; ma non ha che far col flusso e reflusso del mare, salvo che nel nome impostogli arbitrariamente dall'artefice.
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