1783*.
ORAZIO MORANDI a GALILEO [in Firenze].
Roma, 20 giugno 1626.
Bibl. Est. in Modena. Raccolta Campori. Autografi, B.a LXXXI, n.° 147. - Autografa la sottoscrizione.
Molt'Ill.re mio Sig.r P.ron Oss.mo
Tengo per cosa più che certissima che 'l modello della mia fortuna si fabrichi nella mia persona dalli commandamenti di V. S.: consideri poi se gli stimo e se mi son grati. Mi creda che ne vivo parzialissimo, e che la non potrà mai favorirmene tanto, che non mi paia far poco, essendo che fra quelli e la stima che ne tengo vi sia quella differenza quale suol essere fra la circonferenza e 'l punto. E quel poch'atto di servitù in quella dispensa di Don Damiano Caccini(782) gli sia per qualche caparra della mia devozione che le devo: se la si degnerà adoprarmi, vedrà effettivamente che la n'è in pacifico possesso con despotichissimo dominio. Per fine, pregandole da Dio benedetto ogni sua maggior fortuna, me le raccommando in perpetua grazia, e le bacio le mani.
Di Roma, il dì 20 Giugno 1626.
Di V. S. molto Ill.re et Ecc.ma
Il S.r Galileo Galilei.
Devotiss.o Serv.re di cuoreDon Orazio Morandi.
1784.
GALILEO a [CESARE MARSILI in Bologna].
Bellosguardo, 27 giugno 1626.
Arch. Marsigli in Bologna. Busta citata al n.° 1688. - Autografa.
Molto Ill.re Sig.re e Pad.ne Col.mo
Dalla gratissima di V. S. molto I. delli 20 stante(783) mi par comprendere che un'altra sua, scrittami ultimamente, si sia smarrita, poichè non prima che da questa ho inteso, l'uso delle ampolle etc. per mostrare il flusso e reflusso essere riuscito una vanità: non dovrà pertanto meravigliarsi se non ne ha vista mia risposta.
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