Bacio a V. S. le mani e finisco, senza finir di reverirla e supplicarla ad amarmi e comandarmi.
Da Bellosguardo, li 27 di Giugno 1626.
Di V. S. molto Ill.reDevot.mo et Obblig.mo Ser.re
Galileo Galilei.
1785*.
CESARE MARSILI a GALILEO in Firenze.
Bologna, 5 luglio 1626.
Bibl. Naz. Fir. Mss. Gal., P. VI, T. XI, car. 35. - Autografa la sottoscrizione.
Molto Ill.re et Eccellentiss.mo Sig.re P.ron Collen.mo
Non ha mai preteso la mia penna se non riverire il mio Sig.re Galilei, e non mai constituirlo in alcuna obligatione di risposta, ancorchč ogni sua lettera sia da me stimata un tesoro. Ringratio per tanto Vostra Eccellenza del'honore fattomi nel'havermi dato parte delle sue glorie in proposito del straordinario augumento della virtł della calamitą; e tanto pił quanto sentivo predicare per amirabile l'inventione di Bartolomeo Sovaro(786) Svizero, il quale si vantava con un capelletto d'acciaio finissimo sopra una sfereta di calamita farle multiplicar la virtł sesanta volte pił del'inata. Ma che ha che fare sesanta con cento cinquanta? E Dio sa se fosse vero, chč io non ne ho veduto la prova, come non ho neanco potuto vedere Gilberto(787), che pure l'ho fra' miei libri. E qui a V. S. Eccellentissima resto il solito suo parcialissimo servitore.
Di Bologna, li 5 di Lulio 1626.
Di V. S. molto Ill.re et Eccell.maSig.re Galileo Galilei. Fiorenza.
Parciali.mo suo Serv.reCesare Marsili.
Fuori: Al molto Ill.re et Eccell.mo Sig.re P.ron mio Oss.moIl Sig.re Galileo Galilei.
Fiorenza.
1786**.
RAFFAELE AVERSA a GALILEO [in Firenze].
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