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      Mi vo poi immaginando che le diversità dell'accendere in diversi luoghi possino nascere dal tenere scoperte del medesimo specchio diverse parti, collocate però tutte intorno al suo centro e comprese tra circonferenze concentriche; ma se questo fusse, pare che dovesse accendere per tutto il diametro, e non in quei soli cinque luoghi segnati e nominati dall'autore: tuttavia me ne rimetto all'esperienza et a quanto ne affermasse V. S. de visu.
      Quanto all'altro specchio, che per reflessione faccia l'effetto del telescopio, lo stimerei per cosa meravigliosa, e molto volentieri la vedrei: ma che il G. Duca habbia un tale specchio, non l'ho potuto penetrare, e solo mi fece veder già S. A. una lente di un palmo di diametro, la quale, collocata tra l'occhio e l'oggetto, accresceva la spezie quanto un telescopio di mezo braccio in circa, ma, per non esser stata lavorata perfettamente, rappresentava gl'oggetti ondeggianti; e l'uso suo è assai incomodo, essendo bisogno di collocarla distante dall'occhio 25 o 30 piedi, per quanto mi ricordo: et in somma l'effetto suo è commune con tutte le lenti sferiche convesse, che si adoprano per i cannocchiali. Ma che S. A. habbia specchio che per reflessione faccia un tale effetto, non l'ho potuto ritrarre, e però non l'ho potuto far vedere al Spinola, apportator della lettera di V. S.; nè pure gl'ho potuto dir cosa alcuna sopra di ciò, essendosi partito con lo specchiaro Veneziano senza che io gli habbia potuti rivedere: del quale specchiaro mi fu resa una sua poliza, ma per esser (credo) scritta assai in fretta, non ho potuto da essa comprender molto distintamente l'intenzion sua, e non vi essendo anco sottoscrizione, che pur mi indicasse il suo nome, sì che io potesse scrivergli.


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Le opere di Galileo Galilei
Volume XIII. Carteggio 1620-1628
di Galileo Galilei
Barbera Firenze
1964-1965 pagine 592

   





Duca Spinola Veneziano