Se V. S. habbia messo mano a scrivere quell'opera della sua mirabile inventione che mi disse voler intitolare Fluxus atque refluxus maris etc.(795), la supplico a voler darmene avviso; come ancora se la fertilità del suo ingegno ne habbia prodotta qualche altra, favorirmi di darmene al meno un solo cenno, che non mi potrà far gratia più desiderata.
Di qua non saprei hora che dirli, se non che uno di quei restati valenthuomini, trattenuti qua dall'Imperatore Ridolfo, chiamato Iusto(796), horivolaio e valentissimo matematico, dimostra la divisione d'ogn'arco nelle parti uguali proposte, ma per algebra. Non so se da altri per simil via sia stato dimostrato questo: potrebbe accertarmene V. S., la quale io non voglio tediare d'avantaggio, ma assicurarla che, se bene io non posso aggiunger luce al sole, con tutto ciò in dimostratione del mio affetto e del mio debito non manco in ogni occasione di celebrare il colmo della sua virtù e del suo merito, quanto a me è possibile, come non mancherò mai di servirla con tutte le forze, mentre mi honorerà de' suoi comandamenti, de' quali supplicandola, con ogni affetto gli bacio le mani e gli prego dal Cielo ogni felicità.
Di Praga, li 24 di Luglio 1626.
Di V. S. molto Ill.re et Ecc.maDev.mo et Aff.mo Ser.re
Giovanni Pieroni.
1790*.
CESARE MARSILI a GALILEO in Firenze.
Bologna, 26 luglio 1626.
Bibl. Naz. Fir. Mss. Gal., P. VI, T. XI, car. 40. - Autografa la sottoscrizione.
Molto Ill.re et Eccell.mo Sig.re P.ron mio Oss.mo
Ancorchè l'innata cortesia del Sig.re Galilei sia tale che rendi superfluo ogni uffitio (non ostante la solita ritiratezza) per renderlo affetionato a chi si sia, havendo però parso al Sig.re Andrea Taurelii di volersi valere della presente per introdursi nella sua buona gratia, ho esseguito volentieri questo suo desiderio, e ne son restato ambitioso, sapendo di indrizarle persona di molte lettere e di molto merito.
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