Gal., P. I, T. IX, car. 55. - Autografa.
Molto Ill. S.r S.r e P.ron Col.mo
Ho scritto al S.r Guiducci(824), et pregata la sua gratia a volere rappresentare per me appresso V. S. quegli offici ch'io le devo. La sua lingua et la sua cortesia potranno farlo a pieno, ch'io, quanto a me, se ben conosco che dovrei immediatamente sodisfare, nondimeno resto mezzo confuso, mentre penso al cominciamento stesso; poi che il merito di V. S., che mi pongo davanti, trovo in verità tanto eminente, che l'animo mio col suo riverente affetto, a ben che si estenda senza fine, non mi pare però che ben v'arrivi, et quelle parole le quali verso d'altri, usate per espressione del mio interno, mi parerebbono hiperboliche, se voglio usarle verso di lei, mi paiono nanne: ond'il pensiero si trasforma tutto in vera ammiratione et divotissima osservanza et ossequio, con un sommo giubilo degli eccessi suoi sopra tutto il raro degli altri. Le quali cose se sono degne di comparire nel conspetto della gratia sua et del suo valore, accompagnato sotto il mantello dei cortesi et possenti offici del S.r Guiducci, queste ancora presento a V. S. a parte dell'obligationi mie infinite, col supplicarla ch'ella, esercitando il solito della sua amorevolissima istimatione verso i leali servi suoi, et servi di più della sovrana memoria dell'Ill.mo S.r Gio. Francesco Sagredo e del merito indicibile dell'Ecc.mo S.r Procuratore(825), si compiaccia di gradirmi tra i suoi ben amati et cari: che sarà quello ch'io da lei bramo, per havere loco nella grandezza singolare della sua mente.
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Guiducci Guiducci Sagredo Procuratore
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