Michelag.lo Galilei.
Fuori: Al molt'Ill.re et Ecc.moS.r Galileo Galilei, Matematico del Ser.mo G. Duca di Toscana.
Fiorenza.
1816.
FRANCESCO BARBERINI a GALILEO in Firenze.
Roma, 12 maggio 1627.
Bibl. Naz. Fir. Mss. Gal., P. I, T. XIV, car. 199. - Autografa la firma.
Ill.re e molto Ecc.te Sig.re
Ancorchè io non habbia finhora risposto con lettere al buon augurio che V. S. m'inviò per le feste del santissimo Natale, ella potrà però conoscere ch'io ne ho havuta continua memoria, dalla gratia ch'io le ho impetrata dalla S.tà di N. S. d'una pensione di 60 scudi per il S.r suo figliolo(846). In che com'io ho cercato di sodisfar al suo desiderio, così corrispondo abbondantemente all'affetto ch'ella mi dimostra con ripregarle dal Signor Dio ogni bene.
Di Roma, li 12 di Maggio 1627.
Aff.mo di V. S.
[vedi figura 1816.gif]S.r Galileo Galilei.
Fuori: All'Ill.re e molto Ecc.te S.reIl S.r Galileo Galilei.
Fiorenza.
1817.
NICCOLÒ AGGIUNTI a [GALILEO in Firenze].
Pisa, 16 maggio 1627.
Bibl. Naz. Fir. Mss. Gal., P. VI, T. XI, car. 53-54. - Autografa.
Molto Ill. et Ecc.mo Sig.r et P.ron mio Col.mo
Ogni minimo cenno di V. S. Ecc.ma è bastante a farmi far qualsivoglia gran cosa, pur che a me possibile, non che una bagattella come è questa di star quindici dì più a Pisa. Io facevo pensiero di venirmene a Firenze a principio di Giugno, perchè questa mia camera, dove dormo, è volta (come sa benissimo V. S.) verso certi horti i quali mi mandano nuvoli di zanzare, dalle quali malamente mi schermisco alternando a me stesso tutta notte mostaccioni; e anco tornavo a Firenze volentierissimo per rivedere V. S., della quale finalmente veggo ch'io ne sono innamoratissimo, e sopporto duramente questa lontananza.
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