Ci godiamo allegramente tutti tre, il Sig.r Vincentio suo figlio, il S.r Dino(847) et io, il vino, ottimo di sapore odore e vigore, che ella ha mandato; et il Sig.r Dino ed io le ne rendiamo gratie infinite. Un doloraccio di capo che ho, l'importunità delli scolari che mi stuzzicano intorno, et l'hora tarda, fa che io finisco; et con tutte le viscere me gli raccomando, e me gli ricordo servitore devotissimo et amico internatissimo.
Di Pisa, 16 di Maggio 1627.
Di V. S. molto Ill. et Ecc.maObblig.mo et Cordial.mo S.re
Niccolò Aggiunti.
1818.
BENEDETTO CASTELLI a GALILEO in Firenze.
Roma, 21 maggio 1627.
Bibl. Naz. Fir. Mss. Gal., P. I, T. IX, car. 63. - Autografa.
Molto Ill.re Sig.r e P.ron mio Col.mo
Son restato stordito nel leggere la lettera di V. S. e appresso quella del Sig.r Vincenzo(848), nella quale si vede un odio avvelenato, non una semplice aversione d'animo, al clericato; e io per me con mal animo proseguirò a servirlo, non mi parendo giusto procurare beni di Chiesa per chi si mostra tanto mal affetto alla Chiesa: e questa non è la prima volta che io ho sentito, con mio dispiacere, questo odore. Sono però informato che non sarà obligato a portar l'habito, ogni volta che la pensione non passa 60 S.di, come è nel caso nostro. Quanto al cavalerato, io ne ho uno per le mani che valerà intorno a mille scudi, e renderà intorno a otto per cento; ma il capitale si perde con la morte. Per l'ordinario che viene scriverò più di sicuro, perchè hora non ho tempo d'informarmi a pieno.
Ieri sera il Sig.r Card.l Barberino(849) mi comandò che io accettassi la lettura dello Studio di Roma; e perchè non si può, conforme allo statuto, havere di condotta più di 100 (di, anzi, per dir meglio, non si può arrivare alli 100 (di, però il Sig.r Cardinale ha segnata la provisione di 95 (di, con promettermi agumenti in tutte l'occasioni.
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