Credo che il Sig. Cardinale farà la grazia delle bolle, come mi ha data intenzione; che sarà qualche vantaggio, se bene vi vanno diverse altre spese, quali farò io, poi glie ne darò conto. E li bacio le mani.
Di Roma, il 22 di Maggio 1627.
Di V. S. molto Ill.reOblig.mo Ser.re e Dis.lo
Don Bened.o Castelli.
Fuori: Al molto Ill.re Sig.r e P.ron Col.moIl S.r Galileo Galilei, p.o Filosofo di S. A. S.
Firenze.
1820.
GIO. BATTISTA BALIANI a BENEDETTO CASTELLI in Roma.
Savona, 28 maggio 1627.
Dalle Memorie e Lettere inedite finora o disperse di Galileo Galilei, ordinate ed illustrate con annotazioni dal Cav. GIAMBATISTA VENTURI, ecc. Parte Seconda, ecc. Modena, per G. Vincenzi e comp. M. DCCC. XXI, pag. 98. Il VENTURI trascrisse questa lettera dalla Biblioteca Reale di Parma, nella quale l'abbiamo inutilmente cercata.
Savona, 28 Maggio 1627.
La lettera di V. P. de' 28 del passato mi è stata carissima al solito, reputandomi io a gran favore che voglia consumare il tempo e la fatica in scrivermi. L'ho avuta tardi, perchè sono stato qualche giorno a Genova, ed il Signor Paolo Pozzobonello me l'ha data al mio ritorno qui. Mi dispiace che si sia smarrita la longa lettera che dice d'avermi scritta in risposta dei miei dubbi, nei quali però mi dà soddisfazione compita anche in questa. L'offerta che mi fa dell'amicizia di Monsignor Ciampoli mi è tanto più cara, quantochè sono molt'anni ch'io faccio grandissima stima di quel prelato per le sue rare virtù, per non dire che in quel genere di scriver brevi io lo stimo unico al mondo: desidero oltremodo di servirlo, e V. P. mi farà favore d'offerirmegli.
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