Passò poi a darmi nuova della sua sanità. Sia per mille volte benedetta l'aria di cotesta villa, che ha esaudito i pubblici desiderii con restituirle quel vigore di complessione che, accompagnato con quel dell'ingegno, produrrà frutti aspettati dalla fama e gloriosi per l'Italia. Sig.r mio, con questa opportunità io voglio ardire di scoprirle il zelo che ho della sua gloria. Arrivano qua avvisi che il corso de' suoi Dialogi si muova con lentezza, e noi, sentendo ciò, sospiriamo la perdita di sì rari tesori. Non vediamo l'hora di leggerne almeno qualche particella, sì che nel medesimo tempo molti suoi amici, e fra questi come capo il P. D. Benedetto, uniamo le nostre preghiere e le chiediamo instantemente due gratie: una, che ci lasci gustare qualche cosa del fatto fin qui; l'altra, che ella voglia vincere i consigli della quiete con gli stimoli della gloria e con l'esortationi de' suoi amici. Risolvasi una volta V. S. a condurre al fine desiderato l'opera felicemente incominciata, e non defraudi l'espettatione del mondo col tenere avaramente racchiuse dentro al suo intelletto quelle ricchezze di subblimi specolationi che dal Cielo le sono state comunicate perchè ella ne arricchisca la republica litteraria. Io per me ne sono sì smisuratamente desideroso, che mi stimerò fortunato quando potrò veder perfettionata sì nobil fatica. E qui facendole reverenza, le ricordo la mia obbligata servitù.
S.r Galileo Galilei. Fir.eDev.mo Se.re
G. Ciampoli.
1829.
MICHELANGELO GALILEI a GALILEO in Firenze.
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