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      E perchè questo ch'io dico speriamo s'abbia da mettere in opera, non starò a dirci sopra altro.
      Della Mechilde veggo havete voi, come S. M. Celeste, fatto un conccetto d'essa, che v'abbia a riuscir cosa troppo eccellente; il che forse l'à causato avendomi io lasciato trasportar da l'affezione paterna nel'avervela laudata troppo: ma, come ben sapete, facil cosa è a ingganar sè stesso; però bisogna che diate quella tara si convenga alle mie relazioni. Spero bene che abbia a far profitto, massimamente quando sarà favorita e graziata da S. M. C. de' suoi prudentissimi documenti, e sia per far honore a sì rara e dotta maestra, con util della figliuola e consolazion nostra. Pochi giorni sono recitò in commedia conposta dalle sue monache dove va a scuola, et inparò tanti versi a mente in poco tempo, e recitò sì sicuramente, presente anco queste AA. Ser.me, che dette non poco gusto alla sua maestra, quale con l'altre superiori monache ebbono a dire che se lei sapessi sonar di liuto tanto quanto Albertino, l'averebbono volsuta monaca senz'altra dote; et saria ancora cosa facile a riuscire: ma da poi che tutti venghiamo costà, vuol esser con noi, nè rimanere qua sola a conto nessuno; et io non intendo farli violenza, e tanto più non avendo prima vostro consenso, sperando d'essa, come de gl'altri figliuoli, che quando mutino paese, sieno per aqquistar assai di vigore, essendo in vero, per li cibi grossi e continuo di bere aqqua, alquanto meschinelli di vita e poco colore in viso; e però ci è bisogno di ristoro, quale spero si conseguirà costà da voi.


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Le opere di Galileo Galilei
Volume XIII. Carteggio 1620-1628
di Galileo Galilei
Barbera Firenze
1964-1965 pagine 592

   





Mechilde Celeste Albertino