La Massimiliana smania di passione per la nostra di qua partenza, e troppo malamente s'accomoda a perder la sorella; et almeno havessi appresso di sè Mechilde, che pure si consoleria alquanto; e tutta via persiste a restarsene: et io lo giudico bene per più rispetti.
Veniremo dunque, invocando il divino aiuto; et avanti partiamo di qua, attendo altro vostro avviso, e se alcuna cosa vi occorressi; et non mancherò dirvi del giorno della nostra partenza di qua, e di mano in mano arrivando in luogo principale vi scriverò. In tanto sono in proccurare appresso questo Serenissimo la licenzia, et appresso la grazia [per] Vincenzo che sapete, e spero che il tutto succederà felicemente, che di tanto piaccia a Nostro Signore concederci il Suo divino aiuto e favore, come in tutto il resto delle nostre cose; e Quello vi mantenga con buona sanità, sì come giornalmente non si manca per ciò far orazione per voi, pregandovi con tutto il cuore a raccomandarci con vivo affetto a tutte le monache et in particolare a S. M. C., alla quale viviamo tutti svisceratissimamente affezionati, e la preghiamo a volerci bene, che può star sicura sarà contracanbiata. Et con tant'altro affetto inpetriamo anco tal grazia da V. S., alla quale per fine di nuovo e di tutto cuore ci raccomandiamo, pregando il supremo Nostro Signore a concedervi ogni desiderato bene.
Di Monaco, li 14 di Luglio 1627.
[vedi figura 1829.gif]
Fuori: Al molto Ill.re et Ecc.moSig.r Galileo Galilei, Matematico del Ser.mo G. Duca di Toscana.
Fiorenza.
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