Tutto questo ho detto, quando venghi a V. S. un tal vetro alla mano(864), perchè altrimente non se ne ha da pigliare un fastidio al mondo, non essendo cosa necessaria nè che inporti. Ad ogni modo scuserà me della briga e dell'ardir che mi dà la sua gentilezza, supplicandola a comandarmi con altretanta libertà, se da queste parti io valesse in qualche cosa a servirla: con che fine, senza fine gli bacio affettuosamente le mani.
Da Theano, li 17 Luglio 1627.
Di V. S. molto Ill.re
S.r Galileo Galilei(865).
Affett.mo e Cordialiss.o Ser.reGio. di Guevara, Vesc.o di Theano.
Con buona occasione supplico V. S. a ricordare la mia devota et affettuosa servitù a S. A. Ser.ma Già in Roma si cominciorno a stampare le mie Mechaniche(866), ma certe figure che mancano tengono impedita hora la stampa, e gl'intagliatori mai finiscono.
1832.
GALILEO a BENEDETTO CASTELLI in Roma.
Bellosguardo, 2 agosto 1627.
L'autografo di questa lettera fu un tempo nella Biblioteca Palatina in Parma, alla quale si riporta GIAMBATISTA VENTURI, che per primo la pubblicò nelle Memorie e lettere inedite finora o disperse di Galileo Galilei, ecc. Parte seconda, Modena, per G. Vincenzi e Comp., M. DCCC. XXI, pag. 99. In un esemplare dell'opera del VENTURI posseduto dalla citata Biblioteca Palatina e distinto col n.° 12993, a pag. 99, di fronte all'edizione della lettera, si legge questa nota: "Cambiata contro una lettera del Machiavelli, data dal S.r Carlo Riva di Milano". L'autografo fu poscia venduto all'asta a Parigi nel 1862 e nel 1863 (cfr.
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