Gli avvisi che V. S. mi dà per servizio del Sig.r Vincenzo sono utili e santi e necessarii, e io non ho mancato sin ora conforme al bisogno fare il debito mio, e spero bene. Parlarò ancora col Sig.r Silvii(909), e farò quanto potrò acciò lei sia servita.
Non ho ancora visto il Padre Mostro(910), ma credo che l'haveremo dalla nostra. Io poi sto bene, e da oggi a 15 in qua non ho sentito cosa di momento, ancorchè la testa non mi paia ancora ridotta allo stato solito mio. Questa mattina ho riceuta la lettera di V. S., e consegnata al S. Vincenzo la lettera di V. S. diretta al S.r Crivelli, insieme con l'altra. Bacio le mani a V. S. e al S.r Michel Angelo.
Roma, il 5 di Feb.o 1628.
Di V. S. molto Ill.reAff.mo e Oblig.mo Ser.re e Dis.lo
Don Bened.o Castelli.
Fuori: Al molto Ill.re Sig.r mio Col.moIl Sig.r Galileo Galilei, p.o Filosofo di S. A. S.
Firenze.
1853*.
BONAVENTURA CAVALIERI a [GALILEO in Firenze].
Parma, 8 febbraio 1628.
Bibl. Naz. Fir. Mss. Gal., P. VI, T. XI, car. 82. - Autografa.
Molto Ill.re et Ecc.mo S.r e P.ron mio Col.mo
Doppo haverli mandato la mia demostratione della passione della parabola di già accennatali(911), havendone discorso con un altro amico delle matematiche e di molto ingegno, volse anch'egli affaticarsi in ritrovarne varia demostratione; la quale havend'egli conseguito, me l'ha mandata, acciò con tale occasione non solo palesi a V. S. l'ardor che ha verso le sudette scienze, ma l'affettuosa osservanza con la quale meco l'ama et honora. Gradisca V. S. questo effetto, che viene da persona che fra gli altri, massime in genere di geometria, è singolare, et è partialissimo di V. S. e delle cose sue; e mi favorisca di darli qualche saggio d'haver gradito questo uffittio, che a me parimente sarà gratissimo.
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