Firenze.
1861.
NICCOLÒ AGGIUNTI a GALILEO in Firenze.
Pisa, 21 marzo 1628.
Bibl. Naz. Fir. Mss. Gal., P. I, T. IX, car. 91. - Autografa.
Molto Ill. et Ecc.mo Sig.r e P.ron mio Col.mo
Queste frutte, per sè stesse di poco prezzo e facilmente corruttibili, son rese di miglior condizione e di maggior durata dalla confettura del zucchero. Con queste voglio accennar a V. S. Ecc.ma, che la viltà del mio merito e le mie poco pregiabili qualità possono dalla conserva della sua buona grazia(927) e della sua benevolenza acquistar perfezzione et immortalità.
Io gli vivo al solito devotissimo servitore, ma ogni giorno divengo maggior ammiratore delle sue rare dottrine, perchè ogni giorno più con esse discaccio la mia ignoranza e mi rendo più perspicace in esse. Desidero sapere la sua buona salute, e se ella ha rimesso mano alla sua opra veramente atlantica(928), ma da lei, con timor dell'universal delli scienziati e con vacillamento della mole astronomica, ingiustamente abbandonata. Qui per fine reverentemente me gli offero prontissimo ed osservantissimo servitore.
Di Pisa, 21 Marzo 1628.
Di V. S. molto Ill. et Ecc.maOblig.mo e Devot.mo S.re
Niccolò Aggiunti.
Fuori: Al molt'Ill. et Ecc.mo Sig.r e P.ron mio Col.moIl Sig.r Galileo Galilei, Fil.fo e Mat.o p.o di S. A. S.
Firenze.
1862*.
MARIA CELESTE GALILEI a GALILEO in Firenze.
Arcetri, 22 marzo 1628.
Bibl. Naz. Fir. Mss. Gal., P. I, T. XIII, car. 56. - Autografa.
Amatiss.mo Sig.r Padre,
Gli mando l'acqua di cannella, che, per esser fatta di fresco, non so se gli piacerà. Se non ha più stillato, potrà far render la guastada al nostro fattore, chè gliene manderò dell'altro; et se la pera cotta gl'è gustata, lo dica, chè ne accomoderò un'altra; ma dubito che, mediante la stagione, non siano adesso poco buone.
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