Saluto la zia et tutti di casa; non dico Vincenzio, perchè non so se sia partito; havrò ben caro d'intenderlo. V. S. stia allegramente, acciò possi guarir presto affatto et venir da noi, sì come lo desideriamo et ella c'ha promesso; et se gl'occorre qual cosa, avvisi. Il Signore gli doni la Sua santa gratia.
Di S. Matteo, li 22 di Marzo 1627(929).
Di V. S.
Fig.la Aff.maS.r M.a Celeste.
Fuori: Al molto Ill.re et Amatiss.mo Sig.r Padre
Il Sig.r Galileo Galilei.
Da S.to Spirito.
1863.
MICHELANGELO GALILEI a [GALILEO in Firenze].
Monaco, 22 marzo 1628.
Bibl. Naz. Fir. Mss. Gal., P. I, T. IX, car. 93. - Autografa.
Car.mo et Onor.do S.r Fratello,
L'ordinario passato detti a V. S. avviso del mio qui salv'arrivo; hora lo confermo, con soggiugnerli che sto bene (per la grazia del Signore) di sanità, ma vivo con passione, poi che dopo la mia partita di costì non ò inteso nuov'alcuna di voi. Desidero sommamente che la Chiara mia carissima mi scriva alla più lunga ogni 15 giorni, e se mancherà mi darà travaglio. Noi stiamo tutti bene, et Mechilde tengo con la Massimiliana appresso di me, avendo confermato la casa vecchia; e me ne starò così fino a tanto che Dio disponga altro. Di andare in dozzina ò considerato non saria stato appreposito, nè l'averla durata, e godo hora con questa piccola parte della mia brigatina, con speranza di conseguire compita allegrezza. Mechilde ò levata dalle monache per degni rispetti, come a suo tempo intenderete; hora attende al latino, sonare d'istrumento e liuto; sta bene di sanità et è assai bella, sì che son sicuro che il suo aspetto fussi per piacervi.
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