In tanto V. S. potrà dirgli se vuol qual cosa da noi, et se la pera cotogna gl'è niente piaciuta, acciò possa accomodarne un'altra. Finisco, per non noiarla di soverchio, senza finir mai di raccomandarmeli e di pregar Nostro Signore per la sua intiera sanità; et il simile fa Suor Archangela et l'altre amiche.
Li 24 di Marzo 1627(932).
Sua Fig.la Aff.maS.r M.a Celeste.
Fuori: Al molto Ill.re et Amatiss.mo Sig.r Padre
Il Sig.r Galileo Galilei.
Firenze.
1865.
BENEDETTO CASTELLI a GALILEO in Firenze.
Roma, 25 marzo 1628.
Bibl. Naz. Fir. Mss. Gal., P. I, T. IX, car. 95. - Autografa.
Molto Ill.re ed Ecc.mo Sig.r e P.ron Col.mo
L'allegrezza grande che io ho hauta da una lettera del Sig.r Dottore Facchetti, e da un'altra del Sig.r Andrea Arrighetti, della sicura salute di V. S. molto Ill.re è stata, come lei si può imaginare, grandissima; ringraziato Dio benedetto, dal quale viene ogni nostro bene. Qua si era sparsa la voce che il male fosse stato molto maggiore, e quasi caso disperato: consideri lei come io ero restato. Iterum atque iterum benedictus Deus. Attenda hora V. S. prima alla quiete dell'animo per tutti i versi, chè questo è punto principale, poi alla regola del vitto, come lei saprà fare; e quanto alle medicine, non posso se non lodarli il santo tabacco: però mi rimetto alla sua prudenza. Questo li dico bene risoluto, che io ne provo utile grandissimo: e in particolare ero solito ogni quindeci giorni di havere la notte, dormendo, un trabocco di cattarro, con tanto profluvio che quasi non potevo rihavere il fiato; ed hora ne resto libero.
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