Tanto gli dico per obedirla; e certo che resto confusa ch'ella, mentre si ritrova indisposta, pigli di noi tanto pensiero: ma non si può dir altro se non ch'ella è padre, e padre amorevolissimo, nel quale, dopo Dio benedetto, è riposta ogni nostra speranza. Piaccia pur all'istesso Signore di conservarcelo ancora, se così è per sua salute. Et qui per fine me le raccomando di cuore.
Di S. Matteo, li 25 di Marzo 1628.
Sua Fig.la Aff.maSuor M.a Celeste.
Fuori: Al molto Ill.re et Amatiss.mo Sig.r Padre
Il Sig.r Galileo Galilei.
Firenze.
1867**.
MICHELANGELO GALILEI a GALILEO in Firenze.
Monaco, 29 marzo 1628.
Bibl. Naz. Fir. Mss. Gal., P. I, T. IX, car. 94. - Autografa.
Car.mo et Onor.do S.r Fratello,
Di qui di Monaco questa è la terza(933), dopo il mio qui salvo arrivo, che vi scrivo. Ieri comparse una lettera della Chiara, dalla quale con dispiacer grand[issimo i]ntendo essere voi stato molto travagliato dalle vostre doglie; ma da nostro cognato(934) peggio ò anco inteso, ciò è che siate, il lunedì di carnovale passato, stato assalito da altro strasordinario e pericoloso male, quale v'abbia tenuto privo de l'udito fino al primo giovedì di quaresima, e che poi, alquanto riavuto[...], vi siate fatto portar a Firenze in casa la S.ra Barbara(935), poi che casa vostra (mi soggiugne) è già occupata da l'Anna. Sento dolore del vostro male; et in somma sono afflittissimo, poi che da tante bande mi veggo travagliato, et è particolar grazia di Dio che io viva. Mi è pure stato di consolazione che la riconciliazione con nostro cognato sia a buon termine, poi che mi dice che, a vostra richiesta, vi è stato a visitare, et che avete tenuto lungo discorso seco delle differenze passate.
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